Progetti

La musica è un concetto versatile non solo di generi ma soprattutto di modi in cui può essere espressa. Strumenti che s’incontrano e scelgono una linea comune diventando gruppo musicale.

Oppure, la musica, può incontrare diverse forme d’arte come l’installazione artistica o la poesia così le due esperienze danno vita a nuove e possibili strade per trasportarci in altri mondi.

Voodoo Sound Club

Guglielmo Pagnozzi – sax, voce, tastiere | Davide Angelica – chitarra elettrica
Alessandro Altarocca – piano elettrico | Salvatore Lauriola – basso
Gaetano Alfonsi – batteria | Danilo Mineo – percussioni

Voodoo Sound Club è il risultato di un’esperienza decennale. Un culto del groove che pone le radici nell’afrobeat e nell’afrofunk, da Fela Kuti a Manu Dibango, passando per il jazz di Ornette Coleman e le sonorità psichedeliche di Jimi Hendrix e Miles Davis (da Bitches Brew in poi).

La sintesi sonora di questi elementi è ciò che noi definiamo Voodoo Jazz.
Il VSC dal 2007 rappresenta una mosca bianca nel panorama musicale italiano in virtù della trasversalità della sua musica. Un repertorio dedicato all’energia e al ballo che gratifica anche le orecchie degli ascoltatori più raffinati ed attenti: l’ipnotica ripetitività delle progressioni ritmiche e le torrenziali improvvisazioni dei solisti esplodono in una dimensione più rituale ed ancestrale, che coinvolge intensamente il pubblico sul piano intellettuale, fisico ed emotivo.

Guglielmo Pagnozzi Quartet

Guglielmo Pagnozzi – sax soprano | Andrea Calì – pianoforte
Filippo Cassanelli – contrabbasso | Andrea Grillini    – batteria

Con il quartetto Guglielmo Pagnozzi torna ad esplorare il linguaggio ed il repertorio jazzistico accompagnato da una sezione ritmica esplosiva e versatile che rappresenta la punta di diamante del giovane jazz bolognese.

La musica del quartetto esprime una forte intensità emotiva in una forma pura ed essenziale affrontando un repertorio che esplora i classici del jazz con particolare attenzione alla musica di Charles Mingus, Thelonious Monk e John Coltrane.

Guglielmo Pagnozzi Quartet feat Silvia Donati - 2021
Guglielmo Pagnozzi Quartet feat Silvia Donati - 2021
Mexico City Blues Foto di Daniele Franchi

Mexico City Blues con Marco Cavicchioli

Guglielmo Pagnozzi – sax contralto | Marco Cavicchioli – voce recitante

Voce e sassofono contralto si inseguono in questa cavalcata attraverso la raccolta di poesie di Jack Kerouac “Mexico City Blues”.

Mexico City Blues Foto di Daniele Franchi

Una lunga improvvisazione in stile be-bop tra un attore e un musicista dedicata al jazz di Charlie Parker.
La raccolta, composta da 242 “chorus”, brevi ed intensi episodi poetici, fa emergere con forza quella tecnica compositiva di derivazione jazzistica chiamata “breath and speech” o “prosodia bop” che ha reso celebre lo scrittore il quale definiva se stesso non come tale, ma piuttosto come un compositore jazz.

Sculture sonore

Guglielmo Pagnozzi – sax soprano, clarinetto |  Polpalli – sculture sonore

Un arsenale acustico che ridefinisce i contorni dell’avanguardia, aprendo la strada a territori sonori oscuri ed inesplorati.

Gelidi riverberi, loop dilatati, vibrazioni sospese in spazi siderali, pulsazioni post-industriali incantano e trascinano verso le profondità più cupe, nelle sconfinate galassie del suo stesso universo introspettivo. Creature abissali, organismi planctonici ed entomologici apparati nuovamente raggruppati come in una nuova preistoria. Sperimentazione pura. Libera. Inquieta. Un universo oscuro e distopico in continuo divenire ed evoluzione tecnica e concettuale.

Guglielmo Pagnozzi & The Jazzdogs

Guglielmo Pagnozzi – clarinetto, sax soprano
Sandro Comini- trombone
Paolo Prosperini – chitarra
Salvatore Lauriola – contrabbasso
Gaetano Alfonsi – batteria

Un concerto dedicato al jazz degli anni ruggenti che ha reso immortali artisti come Louis Armstrong, Sidney Bechet, Jelly Roll Morton e Benny Goodman.
Il sound inconfondibile del clarinetto e del sax soprano contrappuntati dal trombone ci riporta alle atmosfere calde e sensuali dell’Hot Jazz, con il ritmo trascinante e l’allegra orecchiabilità che hanno fatto danzare intere generazioni di ballerini.